I veri prodotti tipici abruzzesi

Gli Abruzzi, terre di transumanza, pastorizia e antiche tradizioni, che conserva intatte le pratiche artigianali di un tempo, a cominciare dalla tavola. Una cucina ricca e sfaccettata, divisa tra mare e terra, che nei prodotti di montagna, tra formaggi, salumi e carni, trova la sua migliore espressione. Ecco quali sono le specialità più rappresentative dell’Abruzzo.

 

Aglio rosso di Sulmona

Varietà autoctona di aglio coltivata nella Valle Peligna, in particolare a Sulmona. Il nome deriva dal colore acceso delle tuniche che ricoprono i bulbilli.

Agnello

Quella pastorale è una tradizione che affonda le radici in tempi antichi e che ha profondamente segnato epoche passate e presenti della storia abruzzese. Fra i principali animali che caratterizzano l’allevamento della regione, l’agnello, allo stato brado o semi brado, nutrito con latte materno fino allo svezzamento, e poi con erbe spontanee, leguminose e graminacee dei pascoli.

Arrosticini

Prodotto simbolo del territorio, legato alla tradizione della pastorizia, a base di piccoli pezzetti di carne ovina infilzati su uno spiedo. Secondo la leggenda, furono due pastori del Voltigno a creare gli arrosticini, per recuperare la carne delle pecore più vecchie altrimenti immangiabile, tagliata a pezzetti e cotta alla brace su lunghi bastoncini di legno.

Ceci di Navelli

Legumi di piccole dimensioni, dal color crema e la superficie liscia. Si coltivano tra i 700 e gli 800 metri sull’altezza del mare e vengono raccolti tra luglio e agosto.

Confetto di Sulmona

Una delle specialità dolciarie più conosciute al di fuori dei confini nazionali: il confetto di Sulmona è una pralina di mandorla (della Valle Peligna ma anche la pizzuta d’Avola o quella di Ragusa) ricoperta di zucchero. Oggi, ne esistono tante altre versioni, con nocciole, cioccolato o arricchite con altri ingredienti.

Fegatazzo di Ortona

Insaccato fatto con guanciale, ventresca, milza e polmone di maiale, condito con scorza d’arancia, aglio, sale e peperoncino e conservato sottolio per circa un anno.

Grano solina

Varietà di grano tenero molto antica, coltivata fin dal XVI secolo. Capace di resistere al clima più rigido e far fronte a neve e freddo intenso, è il frumento ideale per il territorio montuoso abruzzese. Dalla solina, si ricava una farina con cui si lavorano pani e pasta fatta in casa.

Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio

Lenticchia piccola e saporita, di colore scuro e la forma appiattita. Cresce oltre i mille metri di altitudine su terreni calcarei e viene raccolta tra la fine di luglio e la fine di agosto.

Liquirizia di Atri

Fra la provincia di Teramo e quella di Pescara, nelle Terre del Cerrano, il borgo di Atri rappresenta la patria della liquirizia in Abruzzo, che nel comune abruzzese può crescere grazie al terreno prettamente argilloso. Le prime tracce scritte sulla radice risalgono al 1433, mentre lo sviluppo della produzione di liquirizia dolce ha inizio nell’Ottocento, da lì derivano succhi, caramelle, liquori e molti altri i prodotti derivati dalla radice.

Mela della Valle del Giovenco

Varietà di mela autoctona molto diffusa in tutta la zona di Ortona nei Marsi e dintorni. In passato, i contadini erano soliti utilizzare il frutto per preparare l’acquata, un vino leggero ricavato dalla torchiatura di mele e dalla seconda torchiatura dei raspi d’uva.

Miele millefiori di montagna

Il millefiori si produce sui pascoli montani al di sopra degli 850 metri di quota, con più di 80 specie diverse di fiori in primavera e oltre 130 in estate.

Mortadella di Campotosto

Salume preparato con i tagli magri del suino e la pancetta macinata, che si distingue per il lardello all’interno dell’impasto. Dalla forma ovoidale, la mortadella è a grana fine e viene condita con sale, pepe e vino bianco. La maturazione richiede almeno 24 ore, durante le quali l’impasto viene mescolato con un infuso di chiodi di garofano e cannella. Si consuma a tre mesi dalla macinatura.

Olio extravergine di oliva

Indissolubilmente legata a quella pugliese per via della transumanza, la tradizione olivicola abruzzese si basa su cultivar autoctone che danno vita a oli dal carattere sfaccettato. Varietà tipiche sono l’intosso, da cui si ottengono oli intensi con note balsamiche ed erbacee che ricordano l’ortica e le conifere, la gentile di Chieti, più delicata e con nuance leggere, la dritta, diffusa soprattutto nella provincia di Pescara e nei comuni di Loreto Aprutino, Pianella e Moscufo, con sentori di mandorla verde.

Patata turchesa

Dalle ricche proprietà antiossidanti, una patata dalla buccia di colore viola intenso, la granulosità media e la pasta adatta a diverse preparazioni. Una varietà antica riscoperta da qualche anno nel Parco Nazionale del Gran Sasso, seminata a maggio e raccolta a ottobre.

Pecorino d’Abruzzo

Formaggio a pasta semi-dura o dura prodotto con latte intero crudo di pecora e caglio animale, stagionato e consumato a pezzi oppure grattugiato sulla pasta. Per tempo alimento base dei pastori, ancora oggi è realizzato nelle terre della transumanza.

Pecorino di Farindola

Unico nel suo genere, il pecorino di Farindola è caratterizzato dall’utilizzo di caglio di suino, che conferisce al formaggio aromi e sapori intensi. Oggi viene prodotto in quantità limitate in una piccola area del versante orientale del massiccio del Gran Sasso, a partire da latte ovino di animali allevati allo stato brado. Dopo la salatura a secco, le forme sono messe a stagionare in madie di legno da un minimo di 40 giorni a più di un anno. Presenta una crosta dalle sfumature arancioni e marroni e una pasta granulosa.

Pomodoro pera d’Abruzzo

Costoluto e a fondo piatto, il pomodoro pera d’Abruzzo è della tipologia cuore di bue, perfetto da mangiare cruda nelle insalate. La polpa è poco fibrosa, il gusto saporito e con pochi semi. Un frutto che dà origine anche a ottime passate per condire i primi piatti.

Ricotta scorza nera

Prodotta a Scanno, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, la ricotta di pecora viene fatta stagionare in cantina per almeno 20 giorni, dopo i quali risulta ricoperta di muffe naturali. Viene massaggiata con olio extravergine di oliva e il risultato è un formaggio bianco dalla crosta scura, compatto e molto saporito.

Sagne

Pasta di origine abruzzese da tempo condivisa anche con Umbria, alto Lazio e Marche, con le dovute variazioni locali. Si tratta di strisce di pasta di farina, acqua e uova (alle volte anche farina di farro) spesse e di varie dimensioni. Abbinamento tipico è quello con i fagioli.

Salame aquilano

Salame di forma piatta e irregolare a base di un mix di carni di maiale grasse e magre, insaporite con sale, pepe e altre spezie, insaccato e tenuto in pressione per cinque giorni, prima di essere messo a stagionare per circa un mese.

Sassi d’Abruzzo (o mandorle atterrate)

Prodotto originale che nasce dall’esigenza di impiegare le mandorle spezzate inutilizzabili per i confetti e poi diventato celebre in tutta la regione, con diverse varianti. Sono state inventate dalla famiglia Cicconi, proprietaria di un confettificio di Sant’Egidio alla Vibrata, nella Val Vibrata, in provincia di Teramo.

Spaghetti alla chitarra

Tipologia di pasta (per saperne di più: la nostra selezione Pasta d'Abruzzo) realizzata in un telaio di legno di faggio (o un altro legno neutro) sul quale sono tesi dei fili d’acciaio paralleli. Gli spaghettoni di sezione quadrata vengono conditi con ragù di agnello o altri sughi robusti.

Tartufo

Diverse le tipologie di tartufo presenti in Abruzzo, anche se la più comune rimane lo scorzone, generalmente grattugiato fresco sugli spaghetti alla chitarra.

Torrone di Guardiagrele

Dolce simile al croccante, composto da mandorle intere tostate mescolate a zucchero, frutta candita e cannella, compatto e di colore scuro.

Ventricina teramana

Salume dal colore chiaro e il gusto morbido e rotondo, piuttosto grasso. Si prepara con carne e grasso del maiale, insaccati nel ventre di suino (da qui il nome) e lasciati ad asciugare per circa una settimana.

Zafferano dell’Aquila

Prodotto a denominazione di origine protetta, lo zafferano abruzzese viene prodotto nell’altopiano di Navelli fin dai tempi antichi. Racchiusi nel fiore di colore lilla, gli stimmi rossi sono l’unico elemento commercializzato della pianta.

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